Mi sale il crimine!

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Al fine di raggiungere i 20 anni senza un’ulcera perforante, faccio quotidiani sforzi su me stessa per evitare di cadere nel peggior errore possibile, secondo soltanto a divorare una padella di peperonata alle 3 del mattino…  Cioè leggere i commenti di benpensanti, parasbirri, complottisti in erba, picchiatori da tastiera, fautori del quieto vivere, moralisti di provincia, integralisti dei miei coglioni, legalitari sfegatati, indignati di ogni sorta, reazionari travestiti da fighette, aspiranti questori, delatori, livorosi, risentiti e quant’altro, che su spotted ci apostrofano con espressioni tipiche quali “mantenuti figli di papà” “usate la bandiera rossa per ammazzarvi di ganja” “tornate a fare i teppisti nei vostri centri sociali”

A me va il sangue alla testa ma cosa sto a parlarci a fare?

Quanto di zarro e presobbene c’è in me, cioè la parte pura e spontanea che canta a squarciagola i cori in corteo, mi aiuterà a trovare le parole giuste da rivolgere a simili soggetti…
Parlano a caso! Ma l’hanno mai visto uno spazio occupato, un’assemblea, uno sportello, un ambulatorio popolare, una sala prove, un campo da calcio autogestito?
Dovrei dirgli che il centro sociale non è solo per farsi le canne? Dovrei dirglielo?

Sono i pregiudizi che mi fanno salire il crimine.
Se conoscessero quello che siamo, che pensiamo, che facciamo e poi ci dicessero “ok, siete delle teste di cazzo” a me andrebbe anche bene.. Ma non sanno un cazzo.
Non sanno e parlano di legalità, ma lo sanno che la loro minchia di legalità sbatte le famiglie per strada?

Che poi sono convinta che spesso da parte nostra si imposti una dialettica che risulta autoreferenziale, orientata verso i compagni e basta. Ma il dialogo esterno, con queste persone non è possibile, neanche ti guardano negli occhi mentre ti dicono che “siete rimasti gli anni 70” e ti inquadrano nella categoria potenziale terrorista.

“Studia, teppistello, e vai a lavorare”, come hanno sempre fatto tutti è tutti faranno per sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Ma se mai avranno il culo per terra perché c’è la crisi, io non so se vorrei questa gente a fianco, solo perché non riesce ad arrivare a fine mese e ha capito che forse il suo piccolo mondo legalitario dei miei cazzi non è la cosa giusta!

Perchè la legalità non è sempre la cosa giusta, e spesso viene confusa con la legittimità.
La differenza fra legalità e legittimità si fonda sulla distinzione fra diritto positivo e diritto naturale, quando il principio di legalità e il principio di legittimità coincidono, le leggi ubbidiscono a principi e a valori universali di rispetto dei diritti e della dignità dell’uomo, propri del diritto naturale. Generalmente il principio di legalità prevale su quello di legittimità. Per intenderci, chiamare la celere a sgomberare un’occupazione, caricando e picchiando, manganello alla mano, è ovviamente legale anche se non è affatto legittimo, mentre diventa legittimo, ma decisamente illegale, difendersi.
Troppo comodo altrimenti no? Questo mi passa per la testa, quando si tirano le pietre agli sbirri. O dovrei restare inerme, e porgere l’altra guancia?

“La celere fa bene a pestarli” ma che venga a pestarmi lui, il coglione di turno… è facile delegare ai celerini… No, dev’essere di sicuro una persona civile, che non picchia la gente ma chiama la polizia così ci pensano loro.
Preferiscono la legalità alla gioia di costruire uno spazio con le proprie mani e di viverlo insieme ai propri fratelli e non riconoscono neanche un briciolo di legittimità a quello che facciamo come se voler costruire qualcosa dal basso, senza passare dalle loro maledette istituzioni, fosse qualcosa di brutto, di arrogante, qualcosa che li sminuisce.

Ma crepate tutti soffocati dalla frustrazione nella vostra vita grigia.

 

i poliziotti della mente

Ci possono fare ciò che vogliono perché sanno che non possiamo difenderci.

Non ti puoi opporre, perché opporsi è considerato ulteriore segno della malattia.

Non puoi dire che un farmaco ti fa male, sei considerato pazzo, non in grado di capire di cosa hai bisogno.

Se poi dici che non sei malato ma che soffri per qualche situazione contingente allora sei ancora più grave perché non ti rendi conto della tua malattia.

Le tue scelte non ti appartengono più, perdi ogni credibilità perché sei considerato il matto, che non sa quello che dice, delira.

Quello che dici o che fai non ha valore, anzi viene strumentalizzato per essere usato contro di te, a prova della tua malattia mentale.

Non può essere lo psichiatra a sbagliare,  egli è autorevole, attendibile e di indubbia moralità.

Il “delirio di persecuzione” sarà usato come scusa per farci sbranare psicopillole e gocce, che ci prescrivono come fossero caramelle.

Ci viene insegnato che le emozioni negative come paura, tristezza, angoscia, persino la rabbia, sono malattie. E per questo da curare.

Ci viene insegnato che si deve essere sempre contenti e attivi, tirare avanti in qualsiasi circostanza ed essere come gli altri ci vogliono, altrimenti non siamo normali,  e sarebbe meglio rivolgersi a uno psichiatra.

È una privazione del diritto di gestire la propria vita. Se in carcere si è accusati di un reato, qui si è accusati di un pensiero, non c’è un processo, non si ha diritto ad una difesa.

Vogliono chiamarsi medici dell’anima ma sono i poliziotti della mente.

Il fine non è il nostro benessere, ma il controllo e la repressione delle manifestazioni esterne delle nostre sofferenze.

 

scarta la gente!

i precari non esistono.

la gente sì.

la gente ha fretta.

la gente non ce la fa.

Scarta la gente!

il sabato pomeriggio in centro, sui marciapiedi, al supermercato, all’entrata della metropolitana, all’uscita della metropolitana,  sulla metropolitana quando si è colti da improvvisi attacchi di misantropia acuta, in farmacia o in coda alle poste.

la gente è ovunque,                                                                                                                            e non ce la fa.

scartala!