i poliziotti della mente

Ci possono fare ciò che vogliono perché sanno che non possiamo difenderci.

Non ti puoi opporre, perché opporsi è considerato ulteriore segno della malattia.

Non puoi dire che un farmaco ti fa male, sei considerato pazzo, non in grado di capire di cosa hai bisogno.

Se poi dici che non sei malato ma che soffri per qualche situazione contingente allora sei ancora più grave perché non ti rendi conto della tua malattia.

Le tue scelte non ti appartengono più, perdi ogni credibilità perché sei considerato il matto, che non sa quello che dice, delira.

Quello che dici o che fai non ha valore, anzi viene strumentalizzato per essere usato contro di te, a prova della tua malattia mentale.

Non può essere lo psichiatra a sbagliare,  egli è autorevole, attendibile e di indubbia moralità.

Il “delirio di persecuzione” sarà usato come scusa per farci sbranare psicopillole e gocce, che ci prescrivono come fossero caramelle.

Ci viene insegnato che le emozioni negative come paura, tristezza, angoscia, persino la rabbia, sono malattie. E per questo da curare.

Ci viene insegnato che si deve essere sempre contenti e attivi, tirare avanti in qualsiasi circostanza ed essere come gli altri ci vogliono, altrimenti non siamo normali,  e sarebbe meglio rivolgersi a uno psichiatra.

È una privazione del diritto di gestire la propria vita. Se in carcere si è accusati di un reato, qui si è accusati di un pensiero, non c’è un processo, non si ha diritto ad una difesa.

Vogliono chiamarsi medici dell’anima ma sono i poliziotti della mente.

Il fine non è il nostro benessere, ma il controllo e la repressione delle manifestazioni esterne delle nostre sofferenze.