Volunteer EXPO 2015, ma siamo seri?

“In un giorno mi troverò in oltre 145 paesi del mondo. Per davvero”
Sergio, volontario per EXPO 2015

“In due settimane potrò stringere amicizia con 1.000.000  di persone. Per davvero”
Amélie, volontaria per EXPO 2015

 

01_VERT_AMELIE_2Ma siamo seri? Qualcuno si aspetta davvero che la gente non abbia niente di meglio da fare che lavorare non retribuita? Messa così pare una condizione invidiabile. Eh si, perché per fare il volontario ti devi pure candidare e inviare tanto di curriculum.
Lo scopo principale sarebbe quello di permettere a tutti i cittadini di essere parte del Grande Evento “dando un chiaro ed evidente messaggio e immagine di integrazione, universalità e solidarietà”

Che poi per essere in oltre 145 paesi  del mondo secondo me basta passare un pomeriggio in via Padova o prendere la circolare…

 

In ogni caso, fare lo sfruttato il volontario per Expo ti permetterà di:

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  • Ampliare le tue conoscenze ed esperienze, rendendoti partecipe di un contesto, internazionale, multiculturale e multilingue che sarà un percorso formativo e di crescita

  • Costruire un network di relazioni vere basato su entusiasmo, energia, talento, intraprendenza, voglia di fare ed esperienze vissute, che potrà esserti utile anche nel tuo futuro

  • Sviluppare nuovi ambiti di interesse vivendo una esperienza unica e differente dalla vita di tutti i giorni, scoprendo le tue attitudini e i tuoi talenti non esplorati fino a quel momento

Partecipazione, unicità, esperienza e socialità. Expo si presenta ai volontari come un Social Network reale. Ma sui social network virutali, se non li paghi, la merce sei tu.
In questo caso se non ti pagano.

 

Mi sale il crimine!

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Al fine di raggiungere i 20 anni senza un’ulcera perforante, faccio quotidiani sforzi su me stessa per evitare di cadere nel peggior errore possibile, secondo soltanto a divorare una padella di peperonata alle 3 del mattino…  Cioè leggere i commenti di benpensanti, parasbirri, complottisti in erba, picchiatori da tastiera, fautori del quieto vivere, moralisti di provincia, integralisti dei miei coglioni, legalitari sfegatati, indignati di ogni sorta, reazionari travestiti da fighette, aspiranti questori, delatori, livorosi, risentiti e quant’altro, che su spotted ci apostrofano con espressioni tipiche quali “mantenuti figli di papà” “usate la bandiera rossa per ammazzarvi di ganja” “tornate a fare i teppisti nei vostri centri sociali”

A me va il sangue alla testa ma cosa sto a parlarci a fare?

Quanto di zarro e presobbene c’è in me, cioè la parte pura e spontanea che canta a squarciagola i cori in corteo, mi aiuterà a trovare le parole giuste da rivolgere a simili soggetti…
Parlano a caso! Ma l’hanno mai visto uno spazio occupato, un’assemblea, uno sportello, un ambulatorio popolare, una sala prove, un campo da calcio autogestito?
Dovrei dirgli che il centro sociale non è solo per farsi le canne? Dovrei dirglielo?

Sono i pregiudizi che mi fanno salire il crimine.
Se conoscessero quello che siamo, che pensiamo, che facciamo e poi ci dicessero “ok, siete delle teste di cazzo” a me andrebbe anche bene.. Ma non sanno un cazzo.
Non sanno e parlano di legalità, ma lo sanno che la loro minchia di legalità sbatte le famiglie per strada?

Che poi sono convinta che spesso da parte nostra si imposti una dialettica che risulta autoreferenziale, orientata verso i compagni e basta. Ma il dialogo esterno, con queste persone non è possibile, neanche ti guardano negli occhi mentre ti dicono che “siete rimasti gli anni 70” e ti inquadrano nella categoria potenziale terrorista.

“Studia, teppistello, e vai a lavorare”, come hanno sempre fatto tutti è tutti faranno per sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Ma se mai avranno il culo per terra perché c’è la crisi, io non so se vorrei questa gente a fianco, solo perché non riesce ad arrivare a fine mese e ha capito che forse il suo piccolo mondo legalitario dei miei cazzi non è la cosa giusta!

Perchè la legalità non è sempre la cosa giusta, e spesso viene confusa con la legittimità.
La differenza fra legalità e legittimità si fonda sulla distinzione fra diritto positivo e diritto naturale, quando il principio di legalità e il principio di legittimità coincidono, le leggi ubbidiscono a principi e a valori universali di rispetto dei diritti e della dignità dell’uomo, propri del diritto naturale. Generalmente il principio di legalità prevale su quello di legittimità. Per intenderci, chiamare la celere a sgomberare un’occupazione, caricando e picchiando, manganello alla mano, è ovviamente legale anche se non è affatto legittimo, mentre diventa legittimo, ma decisamente illegale, difendersi.
Troppo comodo altrimenti no? Questo mi passa per la testa, quando si tirano le pietre agli sbirri. O dovrei restare inerme, e porgere l’altra guancia?

“La celere fa bene a pestarli” ma che venga a pestarmi lui, il coglione di turno… è facile delegare ai celerini… No, dev’essere di sicuro una persona civile, che non picchia la gente ma chiama la polizia così ci pensano loro.
Preferiscono la legalità alla gioia di costruire uno spazio con le proprie mani e di viverlo insieme ai propri fratelli e non riconoscono neanche un briciolo di legittimità a quello che facciamo come se voler costruire qualcosa dal basso, senza passare dalle loro maledette istituzioni, fosse qualcosa di brutto, di arrogante, qualcosa che li sminuisce.

Ma crepate tutti soffocati dalla frustrazione nella vostra vita grigia.